“Per insegnare bisogna emozionare. Molti però pensano ancora che se ti diverti non impari” (Maria Montessori).
Niente di più vero! E’ il nostro cervello che decide e cataloga quello che noi apprendiamo. Se lo facciamo con gioia ed entusiasmo, allora il cervello si accende ed immagazzina quello che ci viene offerto, con un processo semplice e naturale.
Quando invece qualcosa ci viene imposto, con spiegazioni lunghissime, verifiche, interrogazioni stressanti, allora il nostro cervello si chiude ed è difficile fare entrare informazioni che non vengono accettate! E se pure entrano, a fatica, non si fermano e spesso dopo poco volano via. Questo accade in tutti i campi e naturalmente anche nel campo dell’inglese!
A cosa serve l’inglese? Perché imparare una pronuncia così difficile, così diversa dalla nostra? Perché memorizzare nomi, espressioni, o regole grammaticali?
I ragazzi non riescono come noi adulti a cogliere l’importanza della lingua inglese e non possono sapere quanto sia oramai necessaria in tutti i campi di applicazione.
Qualsiasi sarà la strada che i nostri ragazzi imboccheranno, sarà sempre richiesto l’inglese nel loro curriculum scolastico. E allora, come fare a facilitare il processo di apprendimento? Come rendere questo studio meno ostico e più abbordabile a tutti?
La strada ce la traccia la Montessori, col suo esempio e con le sue sagge parole! Basta emozionare i ragazzi, trasformare in gioco lo studio, renderlo piacevole, divertente, appassionante. Basta trovare la strada giusta per entrare nel cervello dei nostri ragazzi, usando appunto il gioco come fonte di ispirazione primaria.
I bambini comunicano e parlano attraverso il gioco, ed è questo lo strumento che dobbiamo usare per passare attraverso la barriera linguistica e trovare spazio per facilitare l’apprendimento.
In questo modo i ragazzi potranno conservare tutte le informazioni in inglese apprese durante il gioco, che è appunto il linguaggio che conoscono bene, e state pur certi che quello che avranno appreso non lo dimenticheranno mai più!