Quante volte abbiamo sentito questa frase? E quante volte abbiamo assistito ad una chiusura mentale assoluta dei nostri figli, (ma a volte anche nostra!) nei confronti dell’inglese? Quante volte abbiamo dovuto pagare lezioni private per aiutare i nostri figli a superare almeno con la sufficienza questa materia?
Sicuramente troppe! Molti sono infatti i genitori che si lamentano perché i figli non amano l’inglese e hanno un vero e proprio rifiuto verso questa materia.
Ma cerchiamo di capire perché questo succede. Molto spesso i bambini entrano in contatto con insegnanti madrelingua, che per ovvi motivi parlano solo in inglese, al fine di insegnare loro la lingua. Nulla di sbagliato fin qui, anzi! È innegabile infatti che si impara una lingua straniera prevalentemente esponendosi al contatto con questa, soprattutto in giovane età.
Ma cosa succede dunque, o cosa può succedere nella testa di un bambino? E perché allora questo rifiuto? Talvolta i bambini non riescono a interagire con un adulto che parla una lingua diversa, perché non capiscono quello che gli viene detto. Allora si chiudono e scappano, proprio per paura di qualcosa che non riconoscono.
Da quel momento vedono la nuova lingua come un nemico e ne hanno paura. Da qui nasce l’odio per l’inglese, che diventa con il tempio qualcosa di incomprensibile, da cui fuggire. Bisogna essere vigili e capire in tempo se è sorto un disagio, e se c’è il rifiuto della nuova lingua. In questo modo sarà possibile correre ai ripari ed aggiustare il tiro.
Ma come si fa? Con molta pazienza si può provare a far riavvicinare un bambino all’inglese, usando l’unico utile e valido strumento per lui: il gioco! Attraverso il gioco infatti, il bambino riconosce qualcosa di familiare ed ecco che si può riaccendere la fiamma dell’interesse e la scoperta di qualcosa di nuovo che poi non è cosi tanto difficile o così troppo noioso!