Talvolta i genitori sono di fronte al classico dilemma per i propri figli: a che età farli iniziare a studiare l’inglese?
E’ cosa certa oramai che l’inglese va studiato e che è fondamentale conoscerlo. Questo sia per entrare un domani con maggiore successo nel mondo del lavoro, sia oramai anche per la nostra vita quotidiana. Al giorno d’oggi infatti è facile entrare a contatto con persone di altri Paesi e di altre culture. E ci si sente spesso tagliati fuori se non si conosce l’inglese!
Se si ha dei figli piccoli poi, il dubbio sorge spontaneo e la prima considerazione da fare sarà quella di chiedersi a quale età esporre i propri figli a contatto con una seconda lingua. Bisogna incominciare da piccoli o aspettare che almeno vadano a scuola e sappiano già un pochino leggere e scrivere?
Gli studi in materia sono decisamente controversi. Alcuni studiosi della materia sostengono infatti che apprendere una seconda lingua nei primi anni di vita possa generare confusione e di conseguenza possa rallentare il processo naturale di apprendimento. Secondo questa teoria pertanto si sconsiglia l’esposizione ad una seconda lingua prima dei 7 anni di età, prima cioè dell’età scolastica.
Al contrario, altri studiosi della materia sostengono con forza che è proprio nell’età prescolastica che i bambini apprendono maggiormente e con estrema facilità. Così come infatti imparano a parlare in maniera naturale la propria lingua madre, allo stesso modo farebbero anche con una seconda lingua, qualora fossero costantemente esposti al contatto con questa. Secondo questa teoria, sarebbe sufficiente che i bambini ascoltassero costantemente sin dai primi anni della loro vita una seconda lingua.
In questo modo potrebbero introiettarla, proprio come fanno con la loro madre lingua, fino a cominciare a parlare spontaneamente senza nessuna difficoltà.
Il cervello dei bambini piccoli è molto flessibile e in giovanissima età, l’apprendimento delle funzioni avviene velocemente e senza sforzi.